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Il ping pong è uno sport con una lunga e consolidata tradizione internazionale ma anche un fantastico passatempo per divertirsi in compagnia. Conosciamo meglio la storia del tennis da tavolo, le sue regole e caratteristiche principali.
L’origine del ping pong è da ricercare, molto probabilmente, nell’Inghilterra della fine dell’800, nel pieno dell’epoca vittoriana. Secondo l’opinione più diffusa venne inventato per cercare di emulare una partita di tennis in interni e studiare alcune strategie da replicare poi sul campo da gioco. Un gruppo di gentiluomini inglesi avrebbe quindi cominciato a palleggiare su un semplice tavolo da pranzo usando un tappo di champagne come pallina e scatole di legno e coperchi come racchette.
Da questo avvio rudimentale si sviluppa poi, gradualmente, il tennis da tavolo vero e proprio, affermandosi soprattutto negli ambienti della nobiltà londinese. La ditta britannica J. Jacques and Sons, specializzata in giochi e passatempi, è la prima a mettere in commercio dei kit con tutto l’occorrente per una partita, con rete, palline in sughero ricoperto di stoffa e racchette. Il nome non è ancora quello definitivo: la scatola riporta infatti la scritta “Gossima Game”.
È con l’invenzione della celluloide nel 1902 che assistiamo all’evoluzione definitiva. Con le prime palline in materiale plastico cambia anche il nome dello sport e nasce “ping pong”, un nome onomatopeico che evoca i rimbalzi della sfera sul tavolo.
Nei primi decenni del Novecento il ping pong raggiunge ogni angolo del mondo, dagli Stati Uniti all’Europa continentale fino all’Asia. Nel 1926 nasce la ITTF – International Table Tennis Federation, la prima federazione internazionale dedicata al gioco, e il tennis da tavolo inizia ad affermarsi come disciplina agonistica.
I primi campioni provengono dall’Europa dell’est, ma a partire dalla metà del secolo è la Cina a imporsi come leader assoluta. Proprio la Cina nel 1971 è protagonista, assieme agli Stati Uniti, di uno dei match più importanti della storia: un incontro tra le due squadre nazionali che rappresentò il primo dialogo diplomatico tra le due potenze separate dalla Guerra fredda, replicato anche nel famosissimo film Forrest Gump.
Nel 1988 il ping pong entra ufficialmente tra gli sport olimpici in occasione dei Giochi di Seoul e continua ancora oggi a venir praticato in tutto il mondo con la stessa passione, sia per palleggi nel giardino di casa che in palazzetti affollati da migliaia di spettatori.
Il ping pong è un gioco versatile che può essere praticato da due o quattro giocatori. Prima di entrare nel dettaglio, c’è da fare una distinzione preliminare tra il tennis da tavolo ufficiale, quello cioè scrupolosamente disciplinato dalle regole della Federazione, e il free ping pong, ossia la versione semplificata da praticare dove capita, spesso anche con delle regole inventate o adattate all’occorrenza.
Fatte queste premesse possiamo dire che una partita è solitamente composta da tre o cinque manches in cui vince il primo giocatore che raggiunge 11 punti. Per chiudere la manche serve uno scarto minimo di 2 punti sull’avversario, quindi almeno 11 a 9. In caso di parità – 10 a 10 -si procede a oltranza finché uno degli opponenti non raggiunge il doppio vantaggio.
La partita si svolge su un tavolo diviso al centro da una rete. L’obiettivo dei giocatori è rispedire la pallina nella metà campo avversaria dopo che ha rimbalzato almeno una volta dal proprio lato. Attenzione: il rimbalzo è obbligatorio, non è quindi possibile anticipare la risposta con una volée come si fa invece nel tennis. Ogni volta che la pallina rimbalza più volte su un lato, o dopo che il rimbalzo finisce fuori dal piano, o quando uno dei rivali non riesce a rispedire la palla oltre la rete viene segnato un punto.
Il servizio, ossia la battuta con cui i concorrenti mettono in gioco la pallina, rappresenta un’eccezione alle regole viste finora. Durante questa fase la sfera deve infatti rimbalzare in entrambe le metà del campo e se tocca la rete si verifica un “let” e il servizio va quindi ripetuto. Nel doppio, il servizio si esegue in diagonale: se tocca la superficie a destra di una parte del tavolo dovrà rimbalzare poi a sinistra oltre la rete.
Ecco quali sono gli elementi indispensabili per una partita di ping pong.
La caratteristica più apprezzabile del ping pong è senza dubbio la sua accessibilità: chiunque può cimentarsi in una partita, a ogni età e in qualsiasi condizione fisica.
Non risulta un’attività particolarmente faticosa e non richiede grandi sforzi, ma ovviamente mano a mano che sale il livello agonistico aumenta anche l’impegno.
La sua relativa semplicità comporta comunque notevoli benefici per tutto l’organismo. Gli scambi veloci e continui contribuiscono a migliorare i riflessi, la velocità di movimento, la coordinazione e la concentrazione generale. La cosa più importante, però, è che a qualsiasi livello venga praticato il tennis da tavola regala momenti di svago e relax, con una competizione sana e giocosa.
Il ping pong rappresenta un ottimo sport per tutte le generazioni per un divertimento sano e poco impegnativo. Che si giochi per il puro piacere di palleggiare in amicizia o per raggiungere la perfezione strategica, il ping pong offre un’esperienza unica di emozioni e sensazioni che pochi altri sport possono eguagliare.